European port strategy: maggior protagonismo per i porti europei

La commissione dei trasporti europea richiede un maggior protagonismo per i porti europei e maggior sicurezza. Al via l'organizzazione di un summit europeo.
European port strategy: maggior protagonismo per i porti europei

A Bruxelles si è discusso nuovamente sul tema dei porti: l’Unione europea ha il compito di rimetterli al centro della propria agenda politica dedicandogli un Summit europeo.

Il 7 dicembre la Commissione dei Trasporti del Parlamento europeo ha discusso l’European Port Strategy, un testo di iniziativa legislativa sul ruolo che giocano i porti europei nell’economia e nell’amministrazione della geopolitica.

La discussione ha avuto come punto di partenza il valore degli scali marittimi dell’UE che, come indica il testo sopracitato, “svolgono un ruolo cruciale nell’economia, forniscono posti di lavoro, facilitano il commercio estero, la transizione energetica e la decarbonizzazione”.

L’aspetto che viene principalmente evidenziato è che questo ruolo ad oggi è svolto più da Pechino e da tutti gli operatori che, pur essendo sul suolo europeo, sono direttamente legati con il governo cinese.

La questione solleva diverse preoccupazioni in merito alla possibile dipendenza economica europea dalla Cina, allo spionaggio ed addirittura si pensa ad eventuali opere di sabotaggio.

Dunque, la commissione parlamentare richiede di limitare l’influenza straniera nei porti dell’UE, pertanto la Commissione europea e i governi nazionali dovrebbero effettuare una valutazione del rischio del coinvolgimento della Cina e di altri paesi extra-UE nelle infrastrutture marittime.

Tuttavia, nonostante si richieda la limitazione della presenza di Pechino negli scali marittimi dell’Unione europea, al contempo si vuole una maggiora presenza dell’Europa sui moli cinesi, in nome della reciprocità e parità delle condizioni.

Il testo sottolinea anche il fatto che “la Cina vieta alle compagnie di navigazione dell’Ue di effettuare operazioni di cabotaggio tra i porti cinesi, mentre questo non è il caso delle compagnie cinesi che operano nei porti dell’Ue”.

Che cos’altro richiede l’European port strategy?

Oltre al desiderio di maggior autonomia in determinati settori, cosa che si scontra attualmente con il protagonismo della Cina, l’UE ha come priorità rafforzare la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture marittime per assicurare il flusso dei beni primari e materie prime alla nostra economia ma anche diversificare gli approvvigionamenti qualora si presentino minacce o fenomeni inaspettati come guerre o pandemie.

La sicurezza dei porti rappresenta un punto molto importante anche a causa della possibile minaccia da parte di organizzazioni criminali per il traffico di sostanze illecite che non avrebbe conseguenze dirette solo sulla sicurezza dei porti ma anche su quella delle città adiacenti ad essi e sulla qualità della vita dei cittadini.

Qual è il prossimo passo?

Si chiede di organizzare un vertice portuale europeo.

Si sollecita la Commissione europea a presentare una strategia portuale europea entro la fine del 2024.

Gli europarlamentari si auspicano che il testo sia approvato dalla commissione e possa approdare in Aula in occasione della sessione plenaria di gennaio.