Recentemente la Commissione Europea ha avviato un procedimento formale di infrazione per constatare se X, la piattaforma digitale di Elon Musk, abbia violato molti punti del Digital Services Act (DSA), regolamento UE del 2022 sul commercio elettronico sui contenuti illegali, la disinformazione e la pubblicità trasparente, che va a modernizzare la Direttiva sul commercio elettronico del 2000.
Questo è un tema molto a cuore alla comunità di European People, in quanto essa si impegna giornalmente per far sì che l’informazione che fornisce alla sua community di lettori sia chiara e attendibile.
Tornando al procedimento d’infrazione, vale la pena sottolineare che si tratta del primo procedimento avviato dalla creazione del regolamento del 2022. La decisione di avviare il processo è stata annunciata due giorni fa, il 18 Dicembre, in seguito ad indagini preliminari svolte esaminando più di 6000 post, che avevano già portato la vicepresidente della Commissione UE, Vera Jourova, a constatare che X è oggi “la piattaforma con il maggior numero di post con informazione scorretta o disinformazione”. Essa è ormai infatti ritenuta prima per diffusione di contenuti incitanti all’odio, propaganda di tutti i tipi, ed altri comportamenti ritenuti - adesso ufficialmente - scorretti. L’ultimo caso preso in esame è stato la diffusione di contenuti illegali relativi alla guerra in corso tra Israele e Hamas.
Perchè una procedura d’infrazione?
Quando una piattaforma online viene classificata come di considerevoli dimensioni, e per questo denominata come “VLOP” (si parla di più di 45 milioni di utenti solo all’interno dell’Unione Europea) la regolamentazione alla quale è soggetta è ovviamente più rigida, in quanto i rischi che corre, in termini di impatto sulla società, sono molto alti.
Per questo motivo, il social di Elon Musk non è l’unico al quale sono state richieste delucidazioni su come la sua piattaforma implementi misure per rispettare il DSA; è l’unica però che, in seguito a questa richiesta, sia stata soggetta ad una procedura d’infrazione.
L’altro ieri quindi, la Commissione europea ha annunciato che la procedura si concentrerà fondamentalmente su quattro aree:
1. Il rispetto degli obblighi previsti contro la diffusione di contenuti illegali, in particolare con un’indagine sulla messa in atto di tali obblighi, che dovrebbe essere sufficiente per garantire il funzionamento dei meccanismi di notifica e di azione richiesti dalla DSA;
2. L’efficacia delle misure contrastanti la manipolazione delle informazioni, soprattutto durante i processi elettorali, che in particolare riguardano le “Community Notes” quando si parla di X, le quali permetterebbero ad utenti ritenuti “idonei” dalla piattaforma di aggiungere commenti ed ulteriori informazioni sotto a post di altri;
3. La quasi assenza di dati a disposizione dei i ricercatori che dovrebbero poter essere messi nelle condizioni di riuscire a controllare il grado di trasparenza del social. A tal riguardo, “Contrariamente ad altre VLOPS come Meta, Google o TikTok, X non disponeva di alcun programma dedicato per fornire ai ricercatori l’accesso ai dati disponibili al pubblico fino a tre settimane fa. X ha quindi pubblicato silenziosamente un modulo Google in cui i ricercatori potevano richiedere l’accesso. Ma non è chiaro se qualcuno abbia avuto accesso e in quali termini”, ha spiegato il direttore delle politiche pubbliche di AWO, Mathias Vermeulen.
4. Le famose “spunte blu” che, come tutti sappiamo, da qualche tempo sono diventate accessibili a tutti tramite pagamento, venendo deprivate in questo modo del loro scopo primario, ossia attestare l’autenticazione dell’account in questione.
La procedura d’infrazione continuerà sicuramente con indagini, colloqui, e probabilmente misure provvisori in attesa di constatazioni e decisioni finali che, come la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue responsabile per il Digitale e commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha anticipato, potrebbero portare anche ad imposizioni di pesanti sanzioni alla piattaforma di Elon Musk.